Dopo il brillante Why Be Good? (192) dello scorso anno, ancora una bella commedia sentimentale con colonna sonora vitaphone: The Man and the Moment (1929) di George Fitzmaurice. Il restauro è stato fatto a presso L’immagine Ritrovata dalla Warner Bros a partire da un controtipo nitrato di 35mm riscoperto presso la Cineteca Italiana di Milano. La colonna sonora è stata invece trovata presso UCLA. Il lavoro è stato reso difficile dal fatto che vi fossero due versioni una muta e una pensata per essere accompagnata da questo sonoro sincronizzato. La copia migliore del film, quella usata per il restauro, era ovviamente quella muta. Si è dunque dovuto fare un lungo lavoro di sincronizzazione lavorando sulla lunghezza delle didascalie, comunque presenti. Il film è dialogato al 40%,per il resto il sonoro riproduce il più delle volte suoni ambientali (es. rumore di un aereo o di una barca). La trama è la seguente: Micheal (Rod La Rocque) è un milionario spensierato che passa il suo tempo a bere e in passatempi futili. Molte donne bramano i suoi soldi, più di tutte Viola (Gwen Lee), cacciatrice seriale di milionari e collazionatrice di divorzi. Un giorno, mentre Micheal svolge una partita di polo su barca (?) un idrovolante precipita. Il ragazzo accorre per salvare il pilota che si rivela essere la bella Joan (Billie Dove). I due iniziano a frequentarsi, e la relazione prende una piega inaspettata: la ragazza è costretta a vivere sotto la tirannia del suo tutore (Charles Sellon) mentre lui subisce i ricatti di Viola che rivelerà le sue lettere d’amore se lui non la sposerà. Per liberarsi dai rispettivi problemi i due si sposano, con la promessa che il matrimonio sia solo di convenienza. Ma dopo il matrimonio Micheal rompe il patto e la bacia. Joan fugge e fa di tutto per vendicarsi sul nuovo marito che ha tradito la parola data. L’happy ending è ovviamente scontato.
La commedia è sicuramente brillante di per sé, ma è la sonorizzazione originale a dare un tocco magico al film. Se da un lato alcuni effetti sonori, come il già citato rumore dell’aereo o delle barche, sono a dir poco fastidiosi, le scene festose hanno una vitalità che normalmente non avrebbero. Bisogna però pensare che i rumori ambientali e altri espedienti del genere erano per il pubblico dell’epoca una vera e propria novità. Si spiegano così anche le scene ripetitive, come quella della telefonata al centralino, in cui il protagonista è costretto a ripetere più volte l’indirizzo per la telefonata a una centralinista che stenta a comprenderlo. Si tratta tra l’altro di una scena classica di questi primi film sonorizzati, si ritrova anche in Blackmail di Hitchcock, tanto per citare un film presentato negli scorsi anni al Cinema Ritrovato. I dialoghi in generale sono comunque decisamente brillanti.
I film con sonorizzazione Vitagraph presentati nel corso di questi due anni di Cinema Ritrovato sono state molto interessanti ed è bello sapere che nei prossimi anni ci sarà la possibilità di vedere nuovi film tratti da questi fondi.
Yann Esvan