Nella giornata di oggi abbiamo potuto assistere a due muti di Hitch completamente diversi che svelano due anime del regista: una decisamente insolita con The Farmer’s Wife (1928), una commedia romantica dal sapore comico, ed un’altra più in linea con la produzione tipica di Hitch con Blackmail (1929). Cosa è cambiato nel giro di un anno? Lo sceneggiatore, che dal solito Eliot Stannard è diventato Charles Bennett, personaggio indispensabile per la trasformazione di Hitchcock in quello che tutti noi conosciamo.
The Farmer’s Wife non solo si discosta dai generi soliti del regista britannico, ma è anche caratterizzato da un altro fatto davvero particolare, ovvero dallo stampo marcatamente tradizionale a partire dalla trama fino alla fotografia. Non ci sono, infatti, tocchi di genio o quei guizzi di scene atipiche che pur caratterizzavano anche la prima produzione muta del regista. Proprio questo fatto ha colpito di più gli spettatori, che si sono ritrovati spiazzati da questo lato inedito di Hitch. Ma se si dimentica chi è il regista, il film regala due ore di divertimento. La trama è decisamente semplice: il fattore è diventato vedovo e cerca moglie, così decide di fare una lista delle donne appetibili. Una dopo l’altra questa donne lo rifiutano e, alla fine, il fattore scopre di aver sempre avuto una moglie perfetta al suo fianco e decide di sposare la sua fedele governante. Una caratteristica The Farmer’s Wife è quella di riproporre, in maniera quasi ossessiva, alcune immagini in particolare quelle relative candidate a nuova moglie del fattore, che assumono tratti comici e grotteschi. La storia di per sé, inoltre, è forse troppo scontata e prevedibile. Questi due elementi, uniti al fatto che molti non sono abituati a i ritmi del muto, hanno provocato giudizi piuttosto negativi su questo titolo. Allo stesso tempo va sottolineato come nella sala siano più volte risuonate risate più che divertite per le gag che si susseguivano una dietro l’altra. Probabilmente nel giudizio negativo ha influito anche l’eccessiva lunghezza del film.
Ma The Farmer’s Wife era solo l’antipasto, perché il piatto forte stava per arrivare con l’attesissimo Blackmail. La storia è quanto di più hitchcockiano possibile: la ragazza di un agente di Scotland Yard uccide un uomo che, dopo averla attratta in casa, tenta di violentarla. Indagando sulla scena del delitto l’agente rinviene un guanto della sua fidanzata e invece di segnalarlo come prova lo nasconde. Purtroppo l’altro è finito nella mani di un pregiudicato disposto a far pagare a caro prezzo il suo silenzio. Ma Hitchcock riesce presto a far ribaltare la situazione e l’uomo da ricattatore diventa ricattato. In un finale incredibile Hitch racconta di fatto un delitto perfetto, un tema che il regista tornerà ad affrontare spesso nel corso della sua carriera. Di questo film venne girata anche una versione parzialmente sonora, come di uso all’epoca, ma quella muta, seppur di minor successo, viene generalmente giudicata di qualità superiore e meglio curata. Il pubblico è stato colpito dalla fluidità delle riprese, dalla quantità di inquadrature ad effetto e dal movimento della macchina da presa. In questo contesto adrenalinico all’apparire di Hitchcock a bordo di un tram in un divertente cameo, la sala si è trattenuta a stento dal far partire un applauso. Molti hanno proposto diversi paragoni con altri film del regista, segno di quanto questo Blackmail sia vicino alla produzione successiva di Hitch. In particolare tipico è il comportamento della donna una volta effettuato l’omicidio, che invece di risultare fredda e cinica entra in uno stato confusionale. Il film si costella così di visioni vorticose che sconvolgono la mente della ragazza. L’oggetto che più ha attratto forse l’attenzione è stato un quadro, posto nella casa dell’uomo assassinato, raffigurante un uomo che deride ed indica beffardamente colui che lo osserva. Questo quadro che avrà un effetto devastante sulla giovane e sarà fondamentale per la definizione dei suoi sensi di colpa. Micheal Powell, fotografo di scena del film, sostenne di esser stato lui a proporre il finale agli sceneggiatori, andando a modificare l’opera teatrale di riferimento in cui si scopriva che non c’era stato alcun omicidio. Ma questo importa poco: come ha detto Charles Barr Hitchcock era come una spugna in grado di assorbire e fare suoi tutti quegli elementi che poi lo avrebbero aiutato a diventare uno dei più noti registi di sempre.
Yann Esvan