La seconda e ultima serata dedicata alle proiezioni con lanterna a carbone ha visto protagonisti i Velle, oggetto di una lunga retrospettiva nel corso di questa edizione del Cinema Ritrovato. La serata è stata caratterizzata da una splendida luna piena, un cielo limpido e stellato illuminato a tratti da piccole lanterne cinesi. Il film presentato è stato La princesse aux clowns di André Hugon con Maurice Velle alla fotografia e Mary Murillo come sceneggiatrice. I due si incontrarono proprio per le riprese di questo film, finendo poi per innamorarsi. La loro unione darà vita a una lunga e fruttuosa collaborazione anche in campo lavorativo.
In breve la storia racconta delle vicende dello stato di Saronia dove un Re malvagio trova la morte dopo una rivolta. Il figlio Michel de Georland (Charles de Rochefort)si era da poco fidanzato ufficialmente con la Principessa Olga (Huguette Duflos). Dopo il terribile evento del principe, ferito gravemente, si perdono le tracce. Anni dopo la Principessa ritrova Michel come il clown più famoso del circo di Parigi. Lei gli chiede quindi di tornare nel suo paese per governarlo e questi accetta. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo. E se quello non fosse il vero Michel de Georland. Si scopre infatti che il vero Principe ha deciso di ritirarsi a vita privata. L’uomo che tutti credono il nuovo Re è in realtà il musico Michëlis, sosia del monarca, che per amore di Olga ha accettato di portare avanti la finzione.
Il film scorre veloce, accompagnato dal rumore caratteristico della lanterna a carbone. Splendida la musica di Donald Sosin (piano) e Frank Bockius (batteria) che scandiscono il ritmo della narrazione giocando con i loro strumenti. Gran parte della vicenda si gioca infatti su una melodia per violino scritta da Michëlis alla sua amata che verrà suonata in alcuni dei momenti chiave che i due musicisti hanno saputo ben caratterizzare e riproporre nei momenti opportuni. Il film parla di rivoluzioni, un tema molto caro in un periodo di forte incertezza dovuti ai postumi della Rivoluzione di Ottobre e alla caduta dei grandi imperi centrali.
Come in ogni film di questo periodo, la rivoluzione si rivela infruttuosa, a conferma che il rovesciamento dell’ordine sociale non solo non è possibile, ma è del tutto deleterio. Significativo il momento del secondo tentativo di sommossa, questa volta contro Michëlis, che di nuovo sotto le vesti da Clown che davanti alle armi dei rivoluzionari si rivela un retore sopraffino definendo i Re e gli stessi capi dei rivoltosi come pagliacci, in quanto hanno a cuore solo i propri interessi. In questo Michëlis sembra porsi al di sopra, perché al contrario di chi lo ha preceduto ha a cuore i problemi del popolo, forse per via della sua provenienza sociale ma soprattutto perché non ha alcun interesse nel potere essendo salito al poter per amore. Ma al di là della tematica politico-rivoluzionaria, La princesse aux clown è soprattutto una bella storia d’amore a lieto fine, la storia d’amore tra la regina e il suo clown. Al lungometraggio sono poi seguiti divertenti corti di Gaston Velle e Segundo de Chomón che hanno incantato il pubblico con la loro sognante semplicità.