Attraverso la riproposizione cinematografica di uno dei numerosi concerti tenuti durante il 2013, proposta anche dal cinema Lumière nei giorni scorsi, Roger Waters – The Wall è certamente in primo luogo la testimonianza del mastodontico tour mondiale The Wall Live con cui l’ex Pink Floyd in questi ultimi anni ha reso omaggio alla famosa rock opera del gruppo britannico, da lui composta nel 1979. Ma la pellicola, diretta dallo stesso Waters e da Sean Evans, è anche molto altro. Perché l’idea stessa della riproposizione di The Wall è nelle intenzioni del suo autore un qualcosa di distante dalla mera autoreferenzialità e dalla semplice rivisitazione dello storico disco. Personalità complessa e difficile quanto geniale, Roger Waters di certo ha nelle sue corde una certa dose di istrionismo e di eccentricità che alimenta la sua naturale tendenza alla teatralità e che a tratti potrebbe far cedere lo spettatore verso una sensazione di eccessiva artificiosità e pianificazione dello spettacolo, accendendo insomma il sentore di una mancanza d’immediatezza. Ma Waters sfrutta l’impianto stesso di The Wall, già di per sé teatrale e lo enfatizza e lo sovraccarica scegliendo la strada più spettacolare possibile per lanciare il suo messaggio. E così come in ogni grande spettacolo, l’ideazione, il controllo e l’artificio si fondono perfettamente con istintività ed emotività. Avvalendosi delle scenografie e degli effetti visivi più straordinari, il travolgente concerto costituisce un grido contro ogni guerra e contro ogni tipo di violenza e sopruso.
Tutto è orientato alla ricerca dell’effetto, dello stupore: dalle trovate puramente sceniche all’utilizzo dei suoni e delle luci, da quel muro che canzone dopo canzone si innalza fino a coprire la band per poi crollare nel finale, alle luci puntate sul pubblico come fari di elicotteri accompagnati da boati assordanti. In pratica un’esperienza sensoriale a tutti gli effetti riprodotta in maniera efficace sullo schermo grazie a strumenti come l’alta definizione in 4K e il mixaggio del suono in Dolby Atmos. Oltre tutto questo però, Roger Waters – The Wall mostra, come dicevamo, dell’altro, scavando più in profondità, svelando il suo lato più riflessivo e presentandosi come un intimo sguardo sul passato.
Attraverso una sorta di road movie dalle atmosfere oniriche e a tratti surreali, che spezza le riprese del concerto, è lo stesso Waters a mettersi in gioco, mostrandoci scene del suo viaggio prima in Francia e poi in Italia sulle tracce delle tombe del nonno e del padre uccisi durante i due conflitti mondiali. Un cammino che dal particolare approda all’universale e che fa da eco a quello compiuto dal disco capolavoro dei Pink Floyd, partorito da un disagio personale vissuto dal suo compositore e divenuto nei decenni un manifesto contro la disumanizzazione e la follia bellica. Un passato in definitiva non visto mai in maniera nostalgica ma fortemente riattualizzato e ben radicato al presente, di cui dopo il tour questa pellicola ne è ulteriore e convincente testimonianza.
Marcello Polizzi – Associazione Culturale Leitmovie