Lo scorso anno è accaduto un piccolo miracolo durante il Cinema Ritrovato, un’antica lanterna a carbone, denominata ormai “la lampada di Miyazaki”, ha ripreso vita e, tra fumi e sbuffi, ha iniziato a proiettare alcuni cortometraggi. Il miracolo si è compiuto nuovamente per questa edizione della rassegna ma questa volta si è pensato in grande: niente corti, ora si passa ai lungometraggi. La lanterna ha ripreso a sbuffare e con un fascio di luce ecco le immagini sullo schermo. Il film scelto è La Princesse Mandane (1928), forse il più bello tra i film di Germaine Dulac proiettati quest’anno. Tutto si regge sul sogno del Étienne Pindère (nomen omen), ragazzo che vorrebbe sfuggire la vita monotona di tutti i giorni con una più emozionante e avventurosa, simile a quella dei suoi eroi cinematografici preferiti. Ma anche in un sogno non tutto va come dovrebbe. Étienne sogna di trovarsi nella reggia della Principessa Mandane, donna stupenda che è costretta a vivere da prigioniera nel suo palazzo. I ministri infatti, le negano qualsiasi viaggio o incontro possibilmente pericoloso. L’arrivo del giovane seminerà scompiglio nella vita del paese, etra azioni rocambolesche e colpi di scena Étienne riuscirà a portare la Principessa fuori dal confine. Nel sogno non c’è lieto fine, la Principessa lo abbandona con la donna di compagnia, rivelando, probabilmente, la sua omosessualità. Ma il sogno non è stato inutile, Étienne comprende quando la vita di tutti i giorni possa essere importante e comprende come l’avventura non solo sia ricchi di pericoli, ma possa anche avere risvolti amari. La Dulac gioca con i personaggi caratterizzandoli ed enfatizzandoli. Tutto è attentamente dosato in questo film, i ritmi hanno un ruolo fondamentale nella definizione dei personaggi così come le pose e i balli. Mandane è quasi immobile nel film e questo indica la sua situazione di prigionia al di là di un’apparente libertà. Ma la bellezza di Mandane è forse anche una critica agli uomini in generale, che cercano la bellezza esteriore di una donna piuttosto che la loro interiorità. Étienne ha in realtà già una fidanzata, ma non la considera sognando una donna dei sogni dalla bellezza fatale. Risvegliatosi dal lungo sonno il ragazzo comprende il suo sbaglio ma soprattutto si rende conto di quanta fortuna abbia ad avere le sue piccole libertà quotidiane. Una lezione da tenere presente e ricordare.

 

Yann Esvan