Il 1906 è un anno fertile per la carriera di Segundo De Chomón, il primo e più grande pioniere degli effetti speciali nella storia del cinema: si stabilisce per quattro anni a Parigi presso la Pathé Frères, dove inventa il sistema di colorazione Pathécolor, sperimenta le prime dissolvenze, i trucchi di sparizione e mette a punto il “giro di manovella” per conferire agli oggetti l’illusione di movimento. A partire dal 1910 si trasferirà in Italia per lavorare sotto contratto dell’Itala Film e più tardi presso la Albertini Film. Quattro titoli riassumono il lavoro tecnico di De Chomón, tutti, tranne L’invention du Professeur Brick à Brack copia della Cinématheque Française, restaurati nel 2017 dal laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna.
Mètempsycose (1907) è il tipico quadretto fisso racchiuso da un’elaborata cornice al cui interno vi è una ballerina che simula i movimenti di una farfalla grazie al movimento di teli fissati sulle braccia successivamente colorati a mano. Dissolvenze e giochi di colore conferiscono un aspetto “da cartolina” a questo breve tableau. L’Obsession de l’or (1906) rimanda ad altri lavori di De Chomón come il successivo Au pays de l’or (1908) in cui ricorre il tema del denaro; la cascata di monete infinita ricorda per certi versi anche La Poule aux œufs d'or (1905) di Gaston Velle. Hallucination musicale (1906), girato in un’unica ripresa fissa, impiega un largo utilizzo di sovraimpressioni e sparizioni per evocare le strambe fantasie di un pianista e violinista.
Voyage Original (1908) parrebbe una versione allucinata di un viaggio sottomarino di Georges Méliès, presenta molte incompletezze narrative e pone certi interrogativi dati certamente dalla mancanza di quadri andati perduti ben prima della stampa dal negativo. L’invention du Professeur Brick à Brack (1908) è forse il più divertente e il più geniale, dove un inventore ha programmato una calamita meccanica gigante per attrarre e respingere oggetti (e persone) a suo piacimento e come ausilio per scalare le pareti del suo palazzo ed entrare entrare in casa.
I film presentano qualche imperfezione tecnica, oltre che qualche incompletezza: lo sfarfallio, la poca stabilità dell’immagine, i graffi e le perforazioni strabordanti sono dovute al volere di non intervenire pesantemente sulla pellicola per non modificare le caratteristiche visive risalenti al ritrovamento. Ulteriore scelta è stata quella di ricostruire secondo lo stile dell’epoca le didascalie mancanti, operazione spesso discutibile, ma spesso, come in questo caso, necessaria. Quindi non solo Georges Méliès creatore di effetti speciali e ispirazione per altre menti creative, ma anche Segundo De Chomón col suo contributo all’evoluzione da “cinema dal vero” a “cinema del meraviglioso” fu un cineasta da cui le generazioni successive di autori di cinema ebbero molto da imparare.