I riccioli d’oro sono i protagonisti del secondo muto di Hitchcock, The Lodger, che il regista considerava il suo primo vero film. A sottolineare il ruolo delle belle chiome bionde ecco una simpatica didascalia che ci accompagna durante l’arco del film: To-night Golden Curls (questa sera “Riccioli d’oro”). Con The Lodger Hitch si presenta finalmente nella viste più nota al grande pubblico, quella di autore di thriller ad alta tensione. Nella Londra avvolta dalla nebbia uno strano assassino, che si firma come ‘The Avenger’ (il vendicatore), uccide senza pietà giovani ragazze contraddistinte da una caratteristica comune: portano tutte degli splendidi riccioli d’oro. Intanto nella pensione dei Bunting uno strano individuo chiede di poter alloggiare. Stranamente il nuovo pensionante sembra provare una indicibile repulsione per le donne dai boccoli d’oro, ma allo stesso tempo mostra una strana attrazione per la bionda Daisy, figlia dei padroni di casa. Hitch gioca per tutto il film con l’identità del pensionante, ricoprendolo di una luce ambigua: la sua posizione è sempre in bilico e lo spettatore si ritrova ad interrogarsi di continuo sull’identità dell’assassino. Stupore e tensione hanno così accompagnato il pubblico, anche oggi presente più che mai al Cinema Jolly, per poter vedere il lato dimenticato del regista britannico.
A fine proiezione ho nuovamente sondato i pareri degli spettatori e questa volta tutti si sono detti davvero entusiasti. The Lodger, al contrario di The Pleasure Garden, è riuscito a mantenere alto il ritmo per tutta la sua durata. Ancora una volta il lavoro di restauro ha lasciato senza fiato, ma sono stati i particolari ad attirare l’attenzione degli intervistati. Nella Londra avvolta dalla nebbia sono spiccate alcune sequenze, come quella dove una ripresa dall’alto lascia intravedere solo la mano del Pensionante sul corrimano delle scale, oppure quella in cui Hitch decide di lasciarci intravedere l’omicidio di una delle ragazze, scena che tra l’altro riesce nel difficile intento di far perpetuare il dubbio sulla vera identità dell’assassino. Molti si sono stupiti per l’uso delle didascalie disegnate da McKnight Kauffer, che hanno giocato sul triangolo, il simbolo dell’assassino. Altri si sono invece detti sorpresi dalle qualità recitative di Ivor Novello che hanno permesso di tenere un minimo sulle spine gli spettatori per gran parte del film. Certo, in pochi si aspettavano che il Pensionante fosse realmente l’assassino, ma chi non conosceva la trama ha ammesso di aver dubitato in più di un’occasione. E in questo certamente Hitch ha confermato il suo talento.
Yann Esvan