Visto che tra fashion addicted e studiosi di fashion theory, la moda si è ormai rivelata come il luogo più caldo per le tendenze, gli studi, i dibattiti contemporanei, il Cinema Ritrovato è intervenuto da par suo, lavorando sull’archeologia della modernità. I programmi presentati oggi si sono concentrati sulla scoperta e rappresentazione dell’alta moda, sia attraverso film di finzione (Mademoiselle Fifi) incentrati sul mondo degli atelier e dei negozi, sia con documenti di valore epocale. Ricorda la curatrice Mariann Lewinsky: “Le vere icone della moda del passato erano le dame delle più alte sfere sociali, come Elisabeth, contessa Greffulhe. I sessanta secondi nei quali la vediamo, leggermente fuori fuoco, presentare con consumata eleganza un abito da sera (di Worth?) sono probabilmente il film più raro di quest’intera edizione del Cinema Ritrovato. ‘Tutto il mistero della sua bellezza è nella luce che emana, nell’enigma soprattutto dei suoi occhi. Non ho mai visto una donna così bella’, scriveva Proust dopo averla incontrata per la prima volta, nel giugno 1892”.

Per chi non lo ricordasse, la contessa Greffuhle, forse insieme alla contessa di Chevigné, ispirò la figura della duchessa di Guermantes nella Recherche proustiana. Dunque vedere quello stesso incedere, datato tra 1900 e 1904, sul grande schermo, è stato come vivere la visione di Proust, in una reviviscenza moderna che , anche se per un solo minuto (e del resto le epifanie durano un battito di ciglia) ha commosso tutta la platea…

Ciné-fils