Una sera all’insegna del tridimensionale in sala Scorsese: questa volta è il turno di Baciami Kate! Completato il restauro in 2k nel 2015 presso la Warner Bros, Kiss me Kate è pronto a lanciarsi in pista, trascinando anche lo spettatore più introverso. Più che di un semplice musical, infatti, si tratta di un’esplosione, un turbinio di suoni e colori, un ballo senza fine che coinvolge la platea dal primo all’ultimo istante. Gli effetti speciali in 3D rendono questa produzione cinematografica una realtà dinamica che non ti lascia scappare, ti prende dentro, tirandoti anche vari oggetti. In questo ambiente, in cui anche lo spettatore (qualora gli fosse concesso) si alzerebbe per unirsi a questa danza infinita, il ritmo è interminabile, pulsa, ti entra nelle vene.Tratto da La bisbetica domata, Kiss me Kate! è un misto tra verità e finzione che, passo dopo passo, si fondono in un’unica realtà, senza spazio e senza tempo.È una dimostrazione per assurdo, la cui tesi – l’obiettivo – viene presentata nella scena iniziale. Due “teatranti divorziati, litigiosi ma ancora innamorati” (Paola Cristalli) non riescono a comunicarsi il desiderio comune di tornare insieme, almeno non prima di averci giocato un po’. Il loro, infatti è un corteggiamento continuo, una lenta seduzione, un’arma che parte da lontano. È un percorso ad ostacoli, in cui una “scatenata puledra” e un “bovaro texano” sbucano da tutti gli angoli, lui con le sue umane complicazioni, lui con la sua solida tranquillità. Tuttavia Lilli e Fred (in scena la bisbetica e il suo domatore) non si lasciano persuadere, perché da sempre sono fatti per stare insieme, fatti per tornare insieme, per lasciarsi e riunirsi in un tango senza fine.
Entrambi ne sono consapevoli, tuttavia la loro anima teatrale è fanciulla, intrigante, ha bisogno di essere adulata. La loro storia è un climax ascendente, un fuoco che brucia lentamente. Partendo dal loro duetto, tra balli e canti questo climax si sviluppa durante tutta la commedia. Entrando in scena, li trascina fino al culmine, coinvolgendo lo spettatore in un’atmosfera paradossale, improvvisando una sceneggiatura furiosa e rovente. Qui il punto di rottura, in cui Kate abbandona lo spettacolo prima della fine, e Petruchio la lascia andare, dopo averle confessato che la sua anima apparterrà per sempre al teatro – e a lui, continuando la commedia per portarla a termine. E quando tutto sembra perduto, Lilli e Kate rientrano in scena, questa volta coinvolte, decise, innamorate: unite come se fossero una sola entità.
George Sidney ci conduce così alla scena finale, la più emozionante, in cui finalmente si avvera l’incrollabile e unico desiderio: “Kiss me Kate!”.
Francesca Alberoni