Future Film Festival 2016, primo appuntamento con il focus Welcome Aliens, una retrospettiva sul cinema di fantascienza con incontri ravvicinati del terzo tipo. Primo di una felice serie di (r)incontri ravvicinati con film del passato, spesso cultissimi. Un’apertura, è il caso di dirlo, col botto, poiché nel pomeriggio del primo giorno di festival la sala Scorsese del Cinema Lumière si è illuminata dei colori ultrapop di Mars Attacks! di Tim Burton.

Correva l’anno 1996. Burton era reduce da almeno un decennio di inchini da parte di pubblico e critica: i due Batman, Beetlejuice – Spiritello porcello, Edward mani di forbice, Ed Wood e la paternità autoriale di Nightmare Before Christmas di Henry Selick. Era all’apice del suo periodo d’oro. Era divenuto garanzia di successo, fondatore di un immaginario e di conseguenza marchio di fabbrica riconoscibilissimo, scopiazzato in seguito da moltitudini di cloni privi della metà del suo talento.

Mars Attacks! è considerato da alcuni il suo canto del cigno prima di gettare la carriera alle ortiche girando una mediocrità dopo l’altra con Johnny Depp conciato in modi sempre più ridicoli; sentenza alquanto spietata invece secondo altri, i quali hanno continuato a vedere in Burton qualuno che, nonostante il lento declino negli anni Duemila, qualche cartuccia da sparare l’ha sempre avuta (almeno fino ad Alice in Wonderland). Ma Mars Attacks! fu al tempo il colpaccio che nessuno si sarebbe aspettato dal nuovo re del gotico, la dimostrazione che Burton non amava le etichette ed era arrivato al punto che se voleva fare una scatenata parodia della fantascienza anni Cinquanta non solo poteva farlo ma avrebbe pure avuto a disposizione un cast stellare.

Mars Attacks! è infatti una commedia nera che omaggia Cittadino dello spazio, Ultimatum alla Terra, La Terra contro i dischi volanti e La guerra dei mondi, un gioiello di follia anarcoide con alieni cattivissimi (ispirati alle figurine della Topps Chewing Gum Company del 1962) che senza motivo danno inizio ad un’impietosa mattanza del genere umano, e che al tempo divenne involontaria risposta iconoclasta all’Independence Day di Roland Emmerich, uscito nelle sale quello stesso anno. Memorabile Burton al riguardo: “Una pura coincidenza, nessuno me ne aveva parlato. Era come se ne avessimo fatto una versione Mad Magazine”.

Nelle sue mani lo schema dell’invasione extraterreste subisce una deviazione simbolica: il diverso qui non è tanto una minaccia, quanto più una punizione (per di più dal cielo) per annientare la razza umana (come i morti viventi di George A. Romero), la quale merita di essere spazzata via, non importa se sei scienziato liberale o militare fascistoide. Gli unici che possono salvarsi da questa escalation di devastazione alla Gremlins (l’elemento distruttivo rivela il marcio dentro ognuno di noi) con atmosfere da Il dottor Stranamore (tra war room e Jack Nicholson in un doppio ruolo sopra le righe come il Peter Sellers che fu), secondo Burton sono come al solito i reietti, gli outsider, gli sfigati. Non è difficile pertanto vedere nel personaggio di Lukas Haas un suo alter ego filmico.

Il prossimo 24 giugno uscirà nelle sale statunitensi Independence Day – Rigenerazione. È troppo tardi per una raccolta firme in modo da avere per l’occasione Mars Attacks! 2?