È il 1959 quando Il meraviglioso paese di Robert Parrish esce sugli schermi in pellicola 35 mm. Il film, basato sull’omonimo romanzo di Tom Lea, doveva avere come attore protagonista Gregory Peck ma, in seguito al suo rifiuto, il ruolo del pistolero Martin Brady fu affidato a Robert Mitchum, che in quegli anni stava vivendo il suo periodo d’oro hollywoodiano. Mitchum era considerato, nella prima parte di carriera, lontano dai tipici canoni estetici dei suoi contemporanei, ma al tempo del western di Parrish era ormai già diventato un sex symbol.
Martin Brady è un pistolero del Missouri che lavora come sicario e contrabbandiere al soldo del governatore messicano Cipriano Castro. Una brutta caduta da cavallo lo costringe a rimanere a lungo al confine con il Nuovo Messico, almeno fino a quando non si rimetterà in sesto. Nel suo periodo di permanenza nella cittadina di Puerto, il protagonista decide di non tornare più in Messico, ma l’amore è in agguato. Brady infatti perde la testa per la bellissima moglie del maggiore Colton, Ellen, interpretata da Julie London: proprio a causa di questa infatuazione, il nostro antieroe commetterà un omicidio e sarà costretto a fuggire. Tornato da Don Cipriano, finirà nel mezzo di una faida familiare e si troverà a dover fronteggiare gli Apache, fino a quando, proprio per amore di Ellen ormai rimasta vedova, deciderà di deporre per sempre le armi.
Il meraviglioso paese ha tutti gli elementi che non possono mai mancare in un western: le risse, gli indiani, i gringos, ma la colonna portante del film è proprio Mitchum, una delle star più famose e prolifiche della storia del cinema: vanta infatti ben 100 film in mezzo secolo di onorata carriera. Non si può non provare simpatia verso il suo personaggio, un duro dal cuore tenero che appende la pistola al chiodo pur di conquistare la sua innamorata, rimasta scossa dalle dicerie sul conto di Martin e disposta a concedersi a lui solo se smetterà di essere un pistolero. In fondo Brady è un buono, e possiamo accorgercene dal suo essere mal disposto all’uso della violenza, anche se è il suo padrone ad ordinargli di uccider.
A fare da sfondo alla storia troviamo gli scenari di Durango e San Miguel de Allende, che regalano scorci perfetti per la fotografia di Phillips e Crosby, tra deserti, haciendas e piccole città. Allo stesso modo si può apprezzare la scelta dei costumi, fedele alle usanze dell’epoca e alle aree geografiche in cui il film è ambientato.
Il giornalista Philippe Garnier in una nota afferma che "sono molti i western in cui un pistolero decide di appendere la pistola al chiodo, ma nessuno è laconico e toccante come questo". Come contraddirlo?