1961: mentre fallisce l'invasione della baia dei Porci, e Viridiana di Buñuel vince la Palma d'oro ex aequo con L'inverno ti farà tornare di Colpi, è un altro argomento a polarizzare l'attenzione dei giornali di gossip americani: la prima - e destinata a rimanere unica -  collaborazione tra Joan Crawford e Bette Davis, note rivali ritrovatesi a condividere il set di Che fine ha fatto Baby Jane?. Le due attrici, raccontate dai giornali scandalistici come acerrime nemiche, rappresentavano i due antipodi dell'attrice hollywoodiana: la Crawford diva glamour dall'affascinante bellezza da femme fatale, la Davis una performer magnetica dal background teatrale.

La loro presunta inimicizia viene fatta risalire ad una disputa amorosa per l’attore Franchot Tone, e in seguito è stata alimentata da varie frecciatine a distanza: ad esempio la Crawford dichiarò durante un’intervista “Miss Davis si mette di profilo per coprirsi il viso. Lei la chiama arte, io lo chiamo un modo per giustificare l'assenza di una vera bellezza”. La Davis rispose “Miss Crawford ha dormito con tutte le star della MGM ad eccezione di Lassie”.

Ciò che le ha portate a collaborare per Baby Jane è un infausto destino comune: la difficoltà a trovare ruoli rilevanti per donne della loro età (le due star, che avevano dominato gli schermi tra gli anni Trenta e Cinquanta, avevano già superato i cinquant’anni). Il film, diretto da Robert Aldrich, è un thriller psicologico figlio di un certo cinema di suspense di hitchcockiana memoria (Psyco usciva nelle sale solo due anni prima).

La trama contrappone due sorelle-rivali (anche loro donne di spettacolo in età ormai avanzata): Jane (Bette Davis) - donna instabile che non si è mai ripresa, dopo l’oblio che ha seguito il successo come star bambina - diventa una sorta di sadica carceriera, col vezzo della tortura psicologica, nei confronti della sorella Blanche (Joan Crawford), ex diva di Hollywood costretta su una sedia a rotelle dopo un misterioso incidente. La pellicola è considerata la progenitrice del sottogenere psycho-biddy (si potrebbe tradurre con “vecchiette psicopatiche”), deriva del thriller/horror che vede per protagoniste donne anziane mentalmente instabili, pronte a terrorizzare i malcapitati intorno a loro.

La lavorazione di Baby Jane ha assunto un’aura quasi mitologica, tra tiri mancini (la Crawford che si riempe di sassi le tasche per mettere in difficoltà la Davis, in una scena dove quest’ultima doveva trascinarla per la stanza), litigi e gossip (la presunta relazione tra la Davis e il regista Aldrich). Quanto ci sia di vero in tutto questo, e quanto invece sia stato inventato dai giornalisti – o anche dalla produzione stessa in una sorta di manovra promozionale – non ci è dato sapere (“non c’era alcuna faida tra Joan Crawford e Miss Davis. Miss Davis pensava che Joan Crawford fosse incredibilmente professionale” ha dichiarato Kathryn Sermak, assistente personale di Bette).

L’unica cosa certa è l’originalità delle due attrici, le eccellenti interpretazioni regalate in questo piccolo gioiello del cinema di genere e in gran parte delle loro sterminate filmografie (Joan in Anime in delirio, Il romanzo di Mildred, ecc. Bette in Figlia del vento, Eva contro Eva, ecc.). Rimane la leggenda di Hollywood, tra glamour e ripicche probabilmente isolate, che ha segnato l’immaginario collettivo tanto da generare l’ottima serie Feud - con Susan Sarandon come Bette Davis e Jessica Lange come Joan Crawford – creata dal famoso autore televisivo Ryan Murphy.