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“Loro” è un film su Berlusconi o su Sorrentino?
Loro è una commedia. Grottesca, qua e là melodrammatica, spesso scollacciata. Con un occhio alle pagine di Chi (l’house organ, erede editoriale di una rivista che si chiamava Noi…) e un altro al cinepanettone, l’universo che più ha interiorizzato il berlusconismo e che, guarda caso, decade nel 2011, l’anno delle dimissioni. Specialmente in Loro 1, attraverso Veronica sembra addirittura vagheggiare una “commedia del ri-matrimonio”, con il cagnolino catapultato da L’orribile verità ma schierato dalla parte del seduttore, come i tanti ammiratori mai furbi quanto il capo e destinati a non poter essere mai come il divo. Se volessimo seguire lo schema di quel filone, potremmo individuare le tappe che mettono alla prova l’amore dei coniugi. Eppure pare essere l’ennesimo depistaggio di un film sfuggente e disorientante, che peraltro tra la prima e la seconda parte compie un dirompente slittamento narrativo.