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“The Last Movie” di Dennis Hopper e la fede dell’uomo moderno
Ritirato dalla circolazione poco dopo l’uscita del 1971 per il sovversivismo del suo linguaggio, il capolavoro di Dennis Hopper The Last Movie torna a splendere sugli schermi per la prima volta dopo il restauro in 4K. Film-monumento, opera meta-cinematografica e chiaro esempio di una contro-cultura filmica erede di Easy Rider, The Last Movie è ciò che Hopper avrebbe voluto che fosse: “a new-new-New Testament in film”. Le parole di Henry Hopper, figlio del regista, così riassumono intenti ed esiti di un’opera che travalica i propri confini. Sebbene la definizione non sia da intendersi in senso strettamente religioso, è innegabile che il lascito hopperiano affronti, tra i numerosi temi, anche il rapporto dell’uomo moderno con la fede.
“The Last Movie” di Dennis Hopper al Cinema Ritrovato 2018
Hopper è più radicale e trasforma un film Hollywoodiano in un’opera metadiscorsiva, un laboratorio in cui sperimentare nuove formule espressive. In questo senso la sua operazione ricorda l’opera di cineasti come Godard o Debord, ma la verità è che The Last Movie ha più affinità con il mondo della musica che con quello del cinema. Non bisogna dimenticare che mentre nascevano band come i Blue Cheer o gli MC5, Hopper esordiva come regista con Easy Rider, il film che più di tutti ha influito sull’estetica del neonato hard rock, fatta di giubbotti di pelle e motociclette. La musica di quell’epoca e The Last Movie sono inscrivibili nell’ambito della controcultura, della critica sistematica alle convenzioni borghesi e dell’accanimento cotro il consumismo. La processione che apre il film sintetizza bene tutta l’opera, in quanto viene mostrato un corteo trasportare la riproduzione di unna macchina da presa insieme a crocifissi e altre icone religiose, mentre una voce fuori campo annuncia “la mostra di bellezza dei film”.