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“Miseria e nobiltà” e la fame degli italiani

Fu Vincenzo Talarico a proporre all’abile “confezionatore” Mattoli, sulla scia dell’imminente centenario scarpettiano, di portare le commedie di Edoardo Scarpetta nel cinema di Totò: nacque così la trilogia di Un turco napoletano, Miseria e nobiltà e Il medico dei pazzi, realizzata nel giro di un solo anno di lavorazione, grazie anche all’omogeneità di ispirazione, lavorazione e messa in scena dei tre film. Totò sente quasi un debito con Scarpetta e dialoga con la maschera di felice Sciosciammocca, trasformandola in personaggio. Grazie alla maestria di Mattoli con scenografie ed abiti d’epoca, ed incorniciando la scena cinematografica all’interno di una rappresentazione teatrale, con tanto di sipario e applausi finali del pubblico, Totò è da un lato imbrigliato nei limiti dei testi originali, ma d’altra parte ha grande libertà di manovra nel momento dell’improvvisazione.