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Fossili di celluloide: il cinema di Bill Morrison
In attesa del cineconcerto di Bill Frisell, che accompagnerà dal vivo un film di Bill Morrison, facciamo il punto sul cinema dell’autore americano a partire dalla sezione che Il Cinema Ritrovato gli ha dedicato. Bill Morrison porta avanti un interessante lavoro di recupero delle pellicole senza intervenire sulle lacune provocate dal loro deterioramento. Morrison sembra rinnegare ogni intervento di restauro, ponendosi il non facile obiettivo di valorizzare il nuovo aspetto di questo materiale osservandolo da una diversa prospettiva, passando in rassegna come un Baltrušaitis del cinema queste anamorfosi su pellicola.
Cinema Ritrovato 2017: “Dawson City – Il tempo tra i ghiacci”
Le memorie dal sottosuolo d’America di Dawson City – Il tempo tra i ghiacci vivono soprattutto grazie al commento sonoro di Alex Somers, che va oltre il canonico accompagnamento, dando al montato un significato aggiunto non indifferente. Le melodie post-rock del leader dei Sigur Rós compongono un Requiem lisergico e sulfureo che diviene un tutt’uno con i film riemersi dalle fondamenta della cittadina canadese celebrata da Bill Morrison.
“Dawson City” e il suo regista Bill Morrison
Dawson City, Yukon, Canada. Tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti, ultimo avamposto della civiltà yankee. C’è un cinema e i film arrivano, con anni di ritardo; rispedire indietro le pellicole è troppo costoso. A fine anni Settanta, scavi in quello che era stato un campo da hockey ne riportano alla luce un piccolo giacimento, preservato nel ghiaccio. In molti casi, si tratta di film dati per perduti. Bill Morrison usa il found footage per creare Dawson City – Il tempo tra i ghiacci, documentario poetico e sperimentale, presentato a Venezia 2016 (e ora nuova proposta del progetto Cinema Ritrovato al cinema), dove ha suscitato stupore ed emozione. Conosciamo meglio il regista.