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Intervista a Nicolas Winding Refn

Fresco reduce dall’uscita di Too Old to Die Young, un ambizioso film in dieci episodi distribuito da Amazon Video (guai a chiamarla serie), il cineasta danese Nicolas Winding Refn arriva al Cinema Ritrovato in duplice veste: quella di regista e di restauratore. Dopo la presentazione “sotto le stelle del cinema” della sua copia personale in 35mm di Drive, ha indossato i panni di divulgatore, facendo conoscere al pubblico un film perduto del 1967, Spring Nights, Summer Nights, introducendo El Topo del suo carissimo amico Alejandro Jodorowsky e illustrando il lavoro dietro byNWR, la sua nuovissima piattaforma streaming, dedita a preservare il passato dialogando senza remore né preconcetti con il futuro.

“Too Old to Die Young”, il veleno e la cura

Refn mette in atto un lavoro sull’attesa. L’immagine, in Too Old to Die Young, indugia, precede. Precede un omicidio, una sparatoria, un inseguimento o, anche, solamente un dialogo. Quello che restituisce è un forte realismo dei tempi che, mescolato ad un estetica al neon, saturata, porta alla sinterizzazione di un’opera in bilico tra surrealismo e grottesco. Le lunghe carrellate e panoramiche, inoltre, contribuiscono ad imporre tempi dilatati e a restituire una lentezza ipnotica, quasi rituale. Tra le tante realtà, infatti, c’è anche quella magica/sciamanica, c’è una “sacerdotessa della morte” e ci sono i tarocchi, con i loro significati e con i loro nomi che danno i titoli ai dieci episodi.