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“El Topo” al Cinema Ritrovato 2019
Jodorowsky mette a nudo l’ipocrisia della società borghese cristiana, preda di un fervore religioso quasi fanatico per un credo esso stesso deviato e corrotto. El Topo è, alla fine, un elogio della bruttezza, dell’imperfezione contro una perfezione paventata ma mai reale. “Troppa perfezione è un errore” ci ricorda El Topo dopo aver sconfitto un suo nemico, ma anche “la perfezione è perdersi”. E così El Topo ci fa perdere, per poi farci ritrovare, in un film che è più chiaro di quanto non si voglia ammettere.
Alla ricerca del mecenate: l’odissea di Alejandro Jodorowsky tra produttori e utopie
A quasi cinquant’anni di distanza, i lungometraggi di Jodorowsky – in particolare El Topo e La Montaña Sagrada – sono portati come esempio della sperimentazione e della temperie artistica dei primi anni ’70, legata alla diffusione di una certa spiritualità orientale in Occidente e ovviamente all’uso meditativo delle droghe psichedeliche: in tal senso, la fortuna dei film sopra citati è ancora oggi consistente. Com’è invece noto agli appassionati, il plauso verso i lungometraggi di Jodorowky non fu assolutamente unanime all’epoca della loro realizzazione, spingendo l’artista di Tocopilla ad attraversare avventure ancor più paradossali e sconcertanti rispetto a quelle vissute dai personaggi dei suoi stessi film.