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La saga aliena oltre la filosofia del fantahorror

Tornano in sala per tre giorni Alien e Aliens – Scontro finale, distribuiti da Lucky Red. Per omaggiare questi due capisaldi della fantascienza dedichiamo qualche riflessione alla saga che hanno inaugurato, fra le più originali e influenti nella storia del genere. Essa rappresenta un grande esempio di fantascienza in grado di proporre un mix di estrema verosimiglianza scenografica e riflessione su temi filosofici, sociologici e tecnologici.

“Avatar – La via dell’acqua” speciale parte II – Le nuove frontiere dell’umanesimo tecnologico

Il viaggio nel mondo acquatico procede di pari passo con l’approfondimento dei personaggi: la costituzione elementale dell’ambiente sottolinea visivamente il loro spessore, che riverbera in una natura subacquea di impressionante portata emozionale. Lo dimostrano le splendide sequenze sul rapporto con le balene Tulkun, creature umanizzate che rispecchiano la conflittualità dei protagonisti terrestri. La costruzione dell’universo narrativo e visivo di questo secondo film riflette dunque l’urgenza di un’opera volutamente più intima: ne La via dell’acqua non è in ballo il destino di un pianeta, ma quello di una famiglia.

“Avatar –  La via dell’acqua” speciale parte I – La famiglia come motore seriale

Se a livello estetico la filosofia è ancora quella di un cinema che sia esperienza di meraviglia e che riesca a riproporre un effetto di sbalordimento sul pubblico non troppo diverso da quello dei mondi fantastici di Georges Méliès, a livello narrativo le cose si fanno più complesse. Cameron non realizza un remake del primo film, ma introduce nuove tematiche e nuovi equilibri.  Avatar – La via dell’acqua sposta l’attenzione dalla prospettiva generale ed epica del primo film alla dimensione più particolare e intima di questo sequel, in cui al centro della storia c’è il concetto di famiglia, tanto caro al cinema di Cameron.