Andrea Vassalle
“Il corsetto dell’imperatrice” e la rimodulazione dello sguardo
Nello slancio verso la libertà e verso una riaffermazione iconica, la Sissi di Marie Kreutzer elude i vincoli storici, muovendosi in un’Europa anacronica e atemporale, e si oppone persino all’inquadratura. Ma è soprattutto lo sguardo da cui l’imperatrice è ossessionata. Cerca di sfuggire a quello indagatore, omologato e opprimente che l’attanaglia e chiede invece di essere guardata con passione dal cugino Ludovico e dal marito. E se i ritratti e le fotografie non sono più adeguati e capaci di catturare la sua essenza, Sissi si affida piuttosto alle immagini di Louis Le Prince, precursore del cinema.
“Memoria” e la persistenza dell’essere
Con Memoria il regista thailandese sonda il tempo e l’esistenza attraverso il superamento della realtà e dell’immagine stessa, trasformando il suono in esperienza visiva. Lo spettatore è trascinato in un placido viaggio nel controcampo del percepibile e il film sembra quasi nutrirsi del suo sguardo. Viene chiamato a indagare e ancor più a trovare appigli nascosti tra i suoi fantasmi e dietro le sue ombre, fino a rintracciare storie e percorsi non visibili. I ritmi si dilatano e le inquadrature si allungano, riflettendo sui misteri dell’immagine e sulla sua persistenza, che si congiunge con quella della memoria.