Andrea Zacchi
Musica e suono in “M.A.S.H.” di Robert Altman
L’antinomia tra le immagini degli elicotteri che trasportano corpi di soldati feriti e martoriati verso l’ospedale da campo e le note delicate e dolci della bellissima Suicide Is Painless annunciano già dalla prima scena una delle principali caratteristiche del film di Robert Altman: il contrasto apparente tra leggerezza e tragedia, divertimento e morte, risate e guerra, scherzi e sangue, tutti elementi che in realtà convivono necessariamente e molto umanamente in situazioni estreme da esorcizzare con uno sberleffo. E tutto M.A.S.H., che racconta le imprese burlesche di tre chirurghi americani (donnaioli, bevitori ma bravissimi nel loro lavoro, interpretati da Donald Sutherland, Elliott Gould e Tom Skerritt) in un ospedale militare da campo vicino sul fronte della guerra di Corea, è un unico grande sberleffo.
Il curioso caso di Leonard Zelig
Zelig, come il suo protagonista, è tante cose insieme. Innanzitutto è una divertentissima commedia, con alcune geniali battute fulminanti e con un effetto comico che nasce dal contrasto tra contenuti demenziali e l’estrema serietà formale. Poi è una celebrazione amara di un periodo fervido e vitale che, come l’orchestra del Titanic, festeggiava la vita andando inconsapevolmente incontro alla morte, sulla soglia dell’orrore della Seconda Guerra Mondiale. F. Scott Fitzgerald e il Tip Tap, l’affermarsi della psicanalisi e Charlie Chaplin, la nascita della società di massa e Babe Ruth, il nazismo e Josephine Baker: lo zenit ed il nadir della civiltà umana racchiuso in pochi anni.