Edoardo Ferrarese
Un male troppo seducente? – Speciale “Joker” IV
C’è una sorta di estasi mistica che avviluppa il pubblico dopo aver visto Joker. Un mantra impossibile da scacciare, che recita più o meno così: Joaquin Phoenix immenso/totalizzante; film necessario, specchio dei tempi, Oscar, interpretazione fisica, Taxi Driver contemporaneo. Qualcuno si potrebbe avventurare anche in “un pugno allo stomaco”, ma noi restiamo un passo indietro. Tutto molto vero, comunque. Tutto? Beh, forse non proprio tutto. Perché Joker, a conti fatti, è un film che danza un pericoloso tango con la giustificazione del male, rischiando di incagliare il suo messaggio nell’esaltazione dello sbagliato, e facendo più danni di quanti vorrebbe. Ma che cosa c’è di potenzialmente sbagliato nell’involuzione di Arthur Fleck, e perché la (quasi) pandemia statunitense rischia di essere comprensibile?
Cinefilia MCU – Speciale “Avengers: Endgame” II
Il MCU è la prova tangibile che un cinema supereroistico diverso è possibile. È la prova che si può essere autori anche scrivendo i dialoghi di un procione parlante o inserendo un cammeo di Jerzy Skolimowski che tenta di torturare la Vedova Nera. Perché il MCU ha dimostrato che si può amare La ragazza del bagno pubblico e allo stesso tempo sentire i brividi quando “Io sono Iron Man” apre e chiude il più grande miracolo cinematografico mai concepito, esattamente come un bambino che divora i fumetti nella sua cameretta, al buio, con la torcia sotto le coperte. Un bambino che crescerà e ritornerà piccolo film dopo film, fino a che le luci non si accendono e si rende conto che non ci sono più scene dopo i titoli di coda (perché il MCU ha cambiato anche questo nell’educazione della sala: il rimanere letteralmente fino alla fine), fino a rendersi conto che questa saga, nel bene e nel male, la amerà per sempre a tremila.