Greta Gorzoni
“Ferie d’agosto” restaurato. Il cinema di Virzì e ciò che siamo diventati
L’opera, restaurata dalla Cineteca di Bologna, dimostra quanto quelle riflessioni fossero attuali e come la comicità di Virzì, partendo da una reinterpretazione della commedia all’italiana, avesse amaramente disegnato una dimensione realmente realizzatasi. La visione oggi suggerisce implicitamente un bilancio su quello che siamo, ma soprattutto su quello che siamo diventati. Sul finale, diverse generazioni confessano i propri desideri al chiarore della luna, rivelando un trasversale sentimento di fallimento e insoddisfazione: il sapore amaro che la fine del millennio nel bel paese porta con sé, il disfacimento della sicurezza degli ideali messi di fronte all’inconsistenza di sé e alle proprie ipocrisie.
“Il bigamo” e gli archetipi della commedia classica
La commedia era il genere prediletto dal pubblico del dopoguerra, desideroso di dimenticare in fretta gli orrori della guerra e ottimista verso la ricostruzione. Il bigamo da un lato partecipa a questa festa di aspirazioni, ma dall’altro è un’opera molto più consapevole, caratterizzata da una sapiente rilettura della commedia classica, scandita da un calibrato meccanismo di azione/reazione, paradosso/realtà, apparire/essere. L’imprevedibile intreccio dei fatti, come gli efficaci dialoghi sono il frutto di un curato lavoro di sceneggiatura, operato da Vincenzo Talarico, Francesco Rosi, Agenore Incrocci, Furio Scarpelli.