Luigi Gensabella
“Diciannove” apoteosi del narcisismo
Seppur sia evidente la capacità del giovane cineasta nel restituire l’aspetto tattile, olfattivo, quindi sensoriale della realtà (come il miglior Guadagnino) attraverso un utilizzo molto concreto degli spazi, dei luoghi, degli oggetti con cui il protagonista si relaziona, il tutto risulta stilisticamente pomposo, ma del resto appropriato alla personalità di Leonardo, alter ego del regista.
“L’uomo di argilla” e l’incantesimo dell’arte
“Non è un pensatore, è un sognatore”: così viene descritta la scultura, testimone dell’incontro erotico tra la materia e l’artista. Bisogna permettersi di sognare per fare l’amore con un letto vuoto; per essere adolescenti a sessant’anni; per sentire lo stomaco che si stringe, che si contorce; per darsi nelle mani dell’altro e farsi toccare, modellare, scolpire, sporcare, scoprire. Per poter amare, creare vivere, desiderare, abbiamo il dovere di sognare e di esplorare paesaggi “mutevoli e accidentati”.