Luigi Ligato
“Queer” speciale I – La lussazione dello spirito
Un ibrido che si pone a metà, non senza una dose di incoscienza lynchiana, tra l’omaggio al testo portante della sua giovinezza e la totale demolizione della sua struttura lisergica, dimostrando che è possibile separare la vita dalla scrittura. Oltrepassando quindi la biografia e la lunga ombra nera incombente su qualsiasi successo Burroughs avesse potuto ottenere, Guadagnino ha preferito, a buon diritto, concentrare la sua attenzione sull’effettiva essenza del romanzo, esile e sfuggente, rivestendolo di una luce nuova e abbagliante: la drammatizzazione del desiderio.
“I ragazzi della Nickel” e la macchina da presa come organo
Nickel Boys funziona così: come con raccapriccio veniamo informati della metodicità con cui i bianchi hanno voluto insegnare a una comunità già ridotta ai margini della società a essere grata di avere un tetto sopra la testa, così riconosciamo, svincolata dalla menzogna, un’amicizia di una sincerità sconfinata, raccontata con benevolenza ed empatia, restituendoci tutta la sua inimitabile eredità. Raccogliendo l’esempio di Elwood, anche RaMell Ross sa perfettamente di non valere meno degli altri.