Marco Scaletti
“Che fine ha fatto Baby Jane?” e la faida più famosa di Hollywood
1961: mentre fallisce l’invasione della baia dei Porci, e Viridiana di Buñuel vince la Palma d’oro ex aequo con L’inverno ti farà tornare di Colpi, è un altro argomento a polarizzare l’attenzione dei giornali di gossip americani: la prima – e destinata a rimanere unica – collaborazione tra Joan Crawford e Bette Davis, note rivali ritrovatesi a condividere il set di Che fine ha fatto Baby Jane?. Le due attrici, raccontate dai giornali scandalistici come acerrime nemiche, rappresentavano i due antipodi dell’attrice hollywoodiana: la Crawford diva glamour dall’affascinante bellezza da femme fatale, la Davis una performer magnetica dal background teatrale.
I mostri della Universal: il diverso nell’horror
Il binomio “mostro = diverso” si ripercuote anche sulla tarda filmografia orrorifica della Universal, toccando quello che è considerato il suo ultimo grande mostro, Gill-man (“Uomo branchia”). L’uomo pesce – definito dall’esperto di fantascienza Bill Warren “uno dei mostri più famosi mai creati” – è il protagonista di due pellicole in stereoscopia del veterano Jack Arnold (Il mostro della laguna nera del 1954 e La vendetta del mostro dell’anno seguente) e di una terza (Il terrore sul mondo, 1956) per la regia meno efficace di John Sherwood. La tematica del diverso, che qui reagisce perché vede invaso il suo habitat o viene strappato ad esso, è stata esplicitamente citata da Arnold: “La crudeltà dell’uomo si rivolge contro qualsiasi cosa, soprattutto se diversa da sé […] ebrei contro arabi, bianchi contro neri. Prima impareremo la lezione meglio staremo. […] Ecco cosa cercavo di dire con i miei film in un modo accettabile per il pubblico”.