Tommaso Drudi
“Freaks Out” tra disincanto e grandiosità
Cinema al grado massimo di accessibilità e al grado zero di snobismo, che ama il genere e cerca in ogni modo possibile di farlo amare a chiunque, Freaks Out è grezzo come Jeeg, come lui meravigliosamente inesatto e storto, come lui disposto a sporcarsi le mani e ad evitare le facili soluzioni, eppure la grandeur produttiva e la luminosità narrativa finiscono purtroppo per anestetizzarne le emergenze, ne mimetizzano il cuore e la natura, come se questa volta i supereroi parlassero in dialetto romano non perché sia credibile e giusto per dare finalmente una prassi tutta nostra al cinecomic, ma piuttosto perché risulta simpatico: non sembra più, insomma, una questione identitaria ma di puro divertimento.
Cinema funambolico. “Titane” e la poetica delle vertigini
Cinema funambolico, complicatissimo da pensare e da attuare, capace di cadere sempre in piedi dopo ogni sua singola acrobazia e preciso nella reiterazione di sé e del proprio spirito sovversivo, Titane è allo stesso tempo poetica dell’assurdo e matematica delle emozioni, esaltazione del corpo piegato e dissimulazione della dolcezza che lo muove e che lo abita: meraviglioso e sconvolgente, la Palma d’oro dell’ultimo Cannes è un film che si concede tutto negandosi i postumi dell’euforia, che spalanca vertigini prive di orizzonti e piene di lascito.