Alzi la mano chi non ha mai visto in televisione almeno un episodio di Belfagor ovvero Il Fantasma del Louvre del 1965. Bene, lasciamo un attimo da parte la serie con Juliette Gréco e René Dary e concentriamoci sul suo predecessore, meno famoso, ma comunque di grande rilievo. Nati dalla penna di Arthur Bernède (il padre di Judex), i quattro episodi che compongono il serial Belphégor (Belfagor, da qui in avanti) del 1927 sono stati portati al cinema per la prima volta da Henri Desfontaines, attore e regista di formazione teatrale insieme a Sarah Bernhardt e André Antoine.
La serie parte in maniera molto semplice e classica, facendosi via via sempre più intricata e fumosa: è avvenuto un misterioso omicidio al museo del Louvre, sotto la statua del dio Belfagor, da parte di un’entità di cui non si ha alcuna traccia. Qualcuno osa affermare che si tratti di un ladruncolo, altri di un fantasma: Parigi ne è spaventata, la gente ha paura. Chi è stato? E perché? Affascinati dall’apparentemente irrisolvibile caso, intervengono il giornalista Jacques Bellegarde (Lucien Dalsace) e l’investigatore Chantecoq (René Navarre) che insieme giocano d’astuzia e uniscono le forze pur di togliere maschera e mantello a Belfagor e chiudere un caso sempre più terrificante e pericoloso. Il tutto condito da efficaci travestimenti, sparizioni, rapimenti, lettere minatorie e indizi fuorvianti, come per ogni serial poliziesco che si rispetti.
Di fatto, il celeberrimo fantasma del Louvre spaventò davvero il pubblico (e come dar loro torto) di fine anni Venti e lo fece appassionare altrettanto, tanto che alla fine di ogni proiezione (“Belfagor vi aspetta settimana prossima per il terzo episodio!” recitava l’ultima didascalia in chiusura) molti spettatori si rivolgevano agli attori presenti in sala, supplicandoli di rivelare in anticipo chi si nascondesse sotto la spaventosa maschera dell’antagonista mascherato. Non era ancora tempo dei media digitali, d’altronde, non vi era pericolo di spoiler sui social media e i cliffhanger alla fine di ogni episodio facevano il loro dovere, caricando di una gran bella dose di suspense la lunga pausa settimanale tra un film e l’altro.
Uno degli ultimi eredi dei grandi serial francesi del cinema muto, Belfagor è un ciclo di film imperdibile, che lascia col fiato sospeso anche lo spettatore del ventunesimo secolo, fidato collaboratore indiretto e fidato delle indagini di Bellegarde e Chantecoq.