All’inizio degli anni Quaranta Georg Wilhelm Pabst lavorò a molti progetti pur di evitare di girare propagandistici per il ministro Joseph Goebbels. Alcuni di quei lavori furono posticipati e quando nel 1947 Pabst riuscì a fondare la Pabst Kiba Filmproduktion diresse quattro film, tra cui Profondità misteriose (Geheimnisvolle Tiefe).
Questo elegante film d’intrattenimento, incentrato sul tema del matrimonio, fu scritto dalla moglie Gertrude (Trude) e dallo scrittore Walther von Hollander, già sceneggiatore di I commedianti (1941), il primo lungometraggio di Pabst dopo il suo enigmatico ritorno nella Germania nazista che aveva precedentemente lasciato.
Profondità misteriose sembra, a tratti, una screwball comedy: Cornelia (Ilse Werner) e il dottor Benn Wittich (Paul Hubschmid) sono una giovane coppia di innamorati e al loro matrimonio manca poco meno di un mese. La donna inizia ad avere molti dubbi, non sa se le si addica una vita in una casa-museo piena di scheletri, animali imbalsamati e oggetti rupestri. Inoltre, la spaventa il mondo delle grotte e degli abissi di oscurità nei quali decide di calarsi, per hobby, il suo futuro sposo. Cornelia teme il peggio per lui e vorrebbe che, come lei, anche Benn sacrificasse qualcosa del suo passato per costruire insieme la loro vita coniugale. Nella loro storia d’amore si inserisce l’impresario Robert Roy (Stefan Skodler) che, non riuscendo a ottenere da Wittich le sue invenzioni innovative, si vendica seducendo Cornelia. Le mostra lo sfarzo, il potere del denaro e le promette una libertà che l’altro non sembra in grado di darle.
In una bellissima sequenza onirica, che tanto ricorda il cinema espressionista di Pabst, Cornelia si ritrova a sprofondare in una palude dove le sue angosce si trasformano in sabbie mobili dalle quali riesce a fuggire, fino ad arrivare a un bivio in cui deve scegliere fra due sentieri di vita diversi: uno asfaltato, ma comunque pieno di rovi, e l’altro più tortuoso e roccioso.
Profondità misteriose descrive una società borghese patriarcale in cui Cornelia si distingue come elemento parzialmente estraneo. Alcune delle donne e degli uomini di questo film sembrano vecchi personaggi riesumati dal regista da altre sue opere, come la signora Willard che, come Irene (Brigitte Helm) di Crisi (Abwege, 1928), si circonda di giovani uomini e tenta addirittura il suicidio.
Eccessi e perdizioni drammatiche riecheggiano nonostante la trama poco brillante e l’antipatia che tutti e tre i protagonisti suscitano. I movimenti di macchina di Pabst però colpiscono per la loro fluidità nelle riprese all’interno delle grotte (di Hermann e di Dachstein), come quando Cornelia e Benn pattinano allegramente nella calma di quel mondo spettacolare e incontaminato.
Sono poi splendidi e meritano nuovi sguardi i giochi di ombre e con gli specchi, in cui i personaggi sembrano perdersi al loro interno. Specchi alla Cocteau, attraverso cui i protagonisti sembrano entrare in un mondo parallelo con la potenza dei loro stessi sguardi e delle inquadrature.
Profondità misteriose non rientra sicuramente tra le opere migliori di Pabst, ma rimane comunque un film che permette di avere una visione più completa della sua poetica. Proiettato per la prima volta in Germania solo un anno dopo la distribuzione in Austria, il film subì tagli che lo portarono da una lunghezza di 109 minuti a soli 94, e fino al 1992 è stato considerato perduto.