Il lungometraggio diretto da Alberto Gottardo e Francesca Sironi racconta l’infanzia di due sorelle che vivono a Giugliano in Campania, piccolo paese in provincia di Napoli. Il titolo non è affatto banale, anzi è la sintesi perfetta del documentario: Marghe e Giulia – Crescere in diretta racconta la quotidianità di due sorelle, rispettivamente di 14 e 11 anni, che viene condivisa pubblicamente sui loro canali social.
Nonostante la tenera età, le due bambine sono diventate delle vere e proprie star dei social media: basti pensare che il loro canale Instagram presenta 184mila followers e quello Youtube (Marghe e Giulia Kawaii) ha raggiunto i 355mila iscritti. I loro video sono seguitissimi per la semplicità del loro canale comunicativo, vicino a quello dei loro coetanei, e soprattutto per quel lato veritiero del loro carattere che viene mostrato, genuino, come quello di un bambino.
Nel film sono presenti ben due livelli di visione: vengono mostrati sia i retroscena della vita quotidiana delle due giovani sia quella parte di vita che le stesse condividono con e per i loro followers. È sorprendente notare come il loro inseguimento del successo spesso si sovrapponga con la vita reale tipica di due bambine della loro tenera età, dove l’emozione di un regalo di Natale e l’addormentarsi fra le braccia della mamma a fine giornata sono la normalità, e non un qualcosa da condividere con un pubblico.
Il documentario ci accompagna nelle vite di Margherita e Giulia con sguardo distaccato, in cui la sofisticata telecamera dei registi stride con i video amatoriali girati dalle protagoniste con i loro smartphone in modalità “diretta live Instagram”. La costante è proprio la modalità online che usano le due sorelle per intrattenere i loro followers, comunicando le loro ansie del primo giorno di scuola, condividendo la gioia dei regali ricevuti, ma anche sentimenti negativi come la rabbia per dei commenti offensivi ricevuti sotto i video del loro canale.
Il parallelismo è lo stesso dei grandi vip: tanta fama e seguito portano a milioni di visualizzazioni e allo stesso tempo queste suscitano differenti reazioni, tra cui commenti negativi e mortificanti. Ma a far fronte a questo tipo di difficoltà, nel documentario vediamo il padre elogiare le reazioni delle figlie, mostrando fieramente come tutto ciò riesca a formarle caratterialmente. A tal proposito, è interessante la figura di entrambi i genitori, Luigi e Maria, intenti a far crescere la carriera delle loro figlie, giocando con loro e stimolandole alla realtà del mondo web.
La condivisione delle loro emozioni è gestita quasi interamente dal padre, il quale non è solo il loro manager, ma è anche colui che, attraverso una strumentazione adatta alla realizzazione di video amatoriali, riesce ad allestire il set, a editare i video e a caricarli sulle loro pagine social. In breve, fornisce loro le idee per quello che professionalmente viene indicato come il piano editoriale di una qualsiasi azienda. Così Margherita e Giulia si pongono sul piano degli influencer, considerate affidabili perché vicine e simili al pubblico: di fatti vengono fermate dai fan per scattare una foto assieme, durante una passeggiata o nei centri commerciali, ricevendo talvolta inviti come ospiti speciali a festival e conferenze.
Ed è questa la verità: con semplicità, le due beniamine del web, seppur piccole, riescono a raccontare con genuinità la loro vita quotidiana, intrattenendo coetanei e mostrando che la potenza della fama risiede nello storytelling, e chiunque ha qualcosa da raccontare di sé. Basta usare il canale giusto.