Di Enrico Caruso, il leggendario tenore napoletano, si conoscono vita, morte e miracoli. Osannato in patria e oltreoceano, morto prematuramente a 44 anni nel 1921 e lodato come uno dei migliori tenori del mondo, poco si sa delle sue interpretazioni al cinema. Nel 1918, impegnato in lunghe tournée negli Stati Uniti, viene ingaggiato da Jesse Lasky per la Famous Players-Lasky Corporation, casa di produzione nota per avere nei titoli di testa nomi del calibro di Gloria Swanson, Rodolfo Valentino, Mary Pickford e Clara Bow.
Caruso crede nelle potenzialità del cinema, così come dieci anni prima aveva saputo investire con intelligenza la sua voce nelle risorse che poteva offrirgli il disco; il risultato è un duplice contratto per il ruolo da protagonista in due film: Mio Cugino (1918) e The Splendid Romance (1919), quest’ultimo considerato perduto.
L’operazione produttiva e distributiva di Mio Cugino risulta sofferta e travagliata. L’uscita del film diretto da Edward José (già visto in A Fool There Was con Theda Bara) viene continuamente rimandata a causa della pandemia di Influenza Spagnola; durante la fase di pre-produzione, vi sono screzi tra Lasky e Caruso, il quale accusa il produttore di essere dipinto come il tipico italiano immigrato, passionale, bugiardo, iracondo e mangia-spaghetti.
Lasky fa un passo indietro, modifica il personaggio di Tommaso Longo rendendolo più bonario e scherzoso, ma il film è comunque pieno di stereotipi ed è una situazione che certamente non porta nulla di buono alla fase di promozione della pellicola. Mio Cugino vede Caruso nel doppio ruolo di uno sculture di busti, Tommaso Longo, e Cesare Caroli, suo cugino, un tenore all’apice della carriera. Ognuno è l’opposto dell’altro. Tommaso, povero in canna, sostenendo di essere davvero parente del grande Caroli, le tenta tutte pur di incontrare il grande tenore e confermare fieramente il suo status di italiano.
Il film è un flop al botteghino e un insuccesso di critica e viene rapidamente ritirato dalle sale. Sicuramente la delusione del pubblico è dovuta alle grandi aspettative di avere lo stesso Caruso in sala a cantare dal vivo Vesti la Giubba durante la scena de I pagliacci: alla gente interessa sentire la voce di Caruso, un po’ meno conoscere le imprese comico-amorose di un italiano qualunque nella vasta giungla newyorkese.
In ogni caso, proprio noi spettatori del 2021 possiamo ascoltare la voce di Enrico Caruso nell’aria di Leoncavallo, grazie alla più recente operazione di restauro che ha permesso di sincronizzare al meglio la sua voce con il labiale. Guardare Mio Cugino significa anche vedere la prima volta ufficiale di Little Italy protagonista sul grande schermo e l’occasione per vedere due caricature disegnate da Enrico Caruso, abilità di cui andava orgoglioso, oltre che ricordare i cento anni dalla morte del nostro grande tenore.