Rudolf Klein-Rogge (il mitico Dr. Mabuse) e Francesca Bertini; echi de i Miserabili di Hugo conditi da un’atmosfera noir. Tu m’appartiens! è una delle riscoperte del Cinema Ritrovato, un film che fin dai primi minuti riesce a catturare lo spettatore che si ritrova di fronte a domande infinite che faticano a trovare risposta. Chi è il protagonista e perché è ricercato dalla polizia? Chi è la donna che gli sta dando la caccia? Farà parte anche lei della polizia? E l’uomo misterioso che pattuglia i dintorni è amico o nemico?
La trama non è originalissima, come detto si sente un po’ di Hugo al suo interno perché quella che seguiamo è la vicenda di un giovane che, arrestato e condotto ai lavori forzati, riesce a fuggire in maniera rocambolesca. Esiste una legge però che permette agli evasi di veder cadere in prescrizione il loro reato passati vent’anni dalla fuga; non un minuto di più e non uno di meno. Mancano meno di 24 ore alla scadenza del ventennio e nel frattempo l’uomo si è fatto una famiglia ottenendo, con un nome falso, una posizione rispettabile. Un radioso futuro sembra improvvisamente crollare nel giro di pochi minuti quando la polizia fa irruzione sulla nave di cui è il proprietario per arrestarlo. Dovranno dunque passare 24 interminabili ore prima di potersi dire realmente salvo.
Il passare del tempo è cruciale all’interno della narrazione, ore passeranno nel giro di pochi secondi e i minuti cruciali si dilatano all’infinito. Orologi e didascalie ad hoc trasmettono allo spettatore la claustrofobica angoscia provata dal fuggitivo. Siamo nel 1929 e il regista Maurice Gleize, che non aveva all’attivo molti film prima di questo, si ritrova a produrre un film bellissimo, seppur con qualche ingenuità, che paga il fatto di essere fuori tempo massimo.
La parte più prettamente noir è quella meglio costruita e riuscita mentre decisamente meno memorabile la parte più romantico/sentimentale. Eppure qualche piccola sbavatura qua e là non intaccano il valore di un film che sembra essere anche il canto del cigno della grande diva Francesca Bertini che dopo questa interpretazione non riuscirà a trovare il successo sperato terminata l’epoca del cinema muto.
Un ringraziamento speciale ai Gaumont Pathé Archives che, in collaborazione con il CNC e il laboratorio de L'immagine Ritrovata, ha reso possibile la visione del film finalmente in versione restaurata, l’ultima curata da Pierre Philippe prima della sua morte avvenuta nel 2021.