Il regista emergente Boris Hars-Tschachotin ha presentato alla Mostra del cinema di Venezia (nella sezione classici) il suo documentario This Is the War Room sul famoso scenografo britannico Ken Adam: Agente 007 – Licenza di uccidere, La notte del demonio e soprattutto di Il dottor Stranamore e proprio su quest’ultimo film si focalizza il cortometraggio.
Ken Adam disegnava, con un pennarello Flo Master, le linee che creavano i luoghi immaginari a cui pensava. Nel documentario Adam è ripreso seduto ad una scrivania su cui regna il caos, illuminata da due lampade da tavolo e con il pennarello in mano impegnato a disegnare su fogli bianchi. Su di lui, in una nuvola di fumo, appaiono i disegni di ciò che racconta la sua voce fuori campo. Il cortometraggio, in poco tempo, racchiude un tesoro di memorie del lavoro, dei pensieri e dei ripensamenti (di Kubrick) riguardo la costruzione della famosa sala dalla grande tavola rotonda, a cui siedono i rappresentanti delle potenze mondiali ritratti a discutere del destino del mondo come se fosse una partita di poker.
Successivamente è stato presentato The Prince and the Dybbuk di Elwira Niewiera e Piotr Rosolowski un documentario particolare che cerca di ricostruire il mistero sulle origini di Michael Waszynski (in Italia conosciuto come il “principe polacco”). Attraverso la minuziosa ricerca dei registi (iniziata dopo la lettura di L’homme qui voulait être prince di Samuel Blumenfeld) svolta in Ucraina, Polonia, Stati Uniti, Israele e Italia, tra archivi e testimonianze, hanno cercato di ricostruire le molteplici identità di questo personaggio. Usando anche frammenti tratti dai suoi film (come regista ed altri come produttore) sembra che la verità sul passato del principe possa emergere, ma il velo di mistero che Wasynski ha volutamente calato sul suo passato è difficile da rimuovere e le letture di alcuni brani, tratti dai suoi diari, testimoniano il suo essere tormentato ed angosciato dal passato, dalle sue passioni e dal distacco dalla famiglia (di ebrei ortodossi) che non lo ha più voluto perché convertitosi al cattolicesimo.
Un uomo egocentrico amante dei foto-ritratti con le Dive del cinema, forse amante di diverse donne nobili sole che si prendevano cura di lui, forse omosessuale che si dilettava nel sbirciare negli spogliatoi maschili sui set, ma sicuramente ricordato come l’uomo che fu assistente di Murnau.
Con il film The Dybbuk fece infuriare il ministro Joseph Goebbels: in un discorso alla radio lo definì l’ennesimo esempio di quanto il popolo semita fosse pericoloso. Il principe Wasynski è stato regista nell’armata polacca del generale Anders e innamorato dell’Italia vi rimase divenendo produttore di alcuni film tra cui La caduta dell’impero romano che, a causa della sua maniacale cura per i dettagli, è ricordato per essere stato uno dei set più grandi e costosi della storia del cinema italiano.